Uomini vs donne: il diverso approccio nell’utilizzo di Google & Co.

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Non serve essere degli esperti in sociologia o in psicologia comportamentale per arrendersi di fronte all’evidenza che uomini e donne, spesso, adottano un approccio differente (per non dire diametralmente opposto!) nei confronti dei vari aspetti della vita quotidiana. Alla base di queste peculiarità vi sono fattori che influenzano i comportamenti tra cui l’educazione, le convenzioni sociali e anche il nostro DNA. Iniziamo facendo un salto indietro nel tempo…

Da cacciatori-raccoglitori a… internauti

Le cause “biologiche” di tali differenze di approccio sono facilmente individuabili: i nostri antenati di sesso maschile dovevano saper cacciare e difendersi da ogni pericolo in agguato, quindi la capacità di decidere rapidamente focalizzandosi su un singolo obiettivo era fondamentale per la loro sopravvivenza. Evoluzione da uomo primitivo a tecnologico

Le donne, al contrario, erano impegnate in attività di raccolta, perciò dal punto di vista evoluzionistico erano privilegiati gli individui che sapevano valutare la situazione complessiva a colpo d’occhio e creare il maggior numero di connessioni possibili.

Nel terzo millennio cacciare mammut o vagare alla ricerca di bacche commestibili non sono più, per fortuna, indispensabili per la sopravvivenza. Eppure nel DNA di ognuno di noi è contenuto ancora il retaggio del nostro antico passato: questo aiuta a spiegare le differenze nell’utilizzo dei motori di ricerca a seconda del sesso, e fa capire quanto sia importante tenerle in considerazione quando si lavora nel digitale. Vediamo quali sono.

Le differenze nell’approccio alle ricerche online

Potrebbero anche sembrare dei luoghi comuni, ma il fatto di saper esprimere i propri sentimenti, orientarsi con una cartina, avere empatia, e persino trovare le cose dentro ai cassetti derivano in parte dalla nostra genetica. Ed è curioso osservare che essa influenza anche il modo in cui uomini e donne si approcciano alle ricerche online, come hanno dimostrato diversi studi scientifici.

Uomo e donna con portatili in manoGoogle e Co. vengono ampiamente utilizzati da chi naviga su internet per cercare informazioni di ogni tipo, ma alcuni ricercatori hanno dimostrato che tra internauti di sesso maschile e femminile il modo di condurre le ricerche segue modus operandi diversi.

Nello specifico, gli uomini tendono a essere più “dinamici”, digitando un maggior numero di ricerche e cliccando su più link di quanto invece non facciano le donne, che al contrario tendono a essere più riflessive e a soffermarsi maggiormente sui risultati delle SERP.

Pare che alla base di questi comportamenti vi sia, da una parte, la struttura cerebrale maschile che si è evoluta per elaborare le informazioni ed effettuare deduzioni logiche con grande rapidità e, dall’altra, il cervello delle donne che invece è ottimizzato per integrare e assimilare le informazioni.

Versioni “al femminile” dei motori di ricerca

Prendendo atto delle differenze esistenti qualcuno ha ipotizzato, tra il serio e il faceto, che occorrerebbero anche motori di ricerca declinati al femminile, in grado di offrire risposte personalizzate in base al sesso.

Logo Google con simbolo femminile al posto della "o"Effettivamente bisogna prendere atto di uno squilibrio del settore IT a favore degli uomini (meno del 20% dei posti di lavoro è occupato da donne), il che significa che gli algoritmi che regolano il funzionamento dei motori di ricerca sono concepiti prevalentemente da menti maschili, e che quindi i risultati delle ricerche online tendono a essere più in linea con gli schemi mentali di questi ultimi piuttosto che con quelli femminili.

Probabilmente però non assisteremo mai alla nascita di versioni “per donne” dei motori di ricerca, non solo per ragioni tecnico-economiche ma anche perché sarebbe inevitabile l’accusa di sessismo.

E quindi?

Invece di una rivoluzione “top-down” in cui Google e affini influenzano il cambiamento, quello che andrebbe seguito è un approccio “bottom-up” in cui le aziende che intendono posizionarsi sui motori di ricerca si dimostrano più sensibili nei confronti delle aspettative femminili – soprattutto quando si occupano di prodotti e servizi rivolti alle Dita femminili su tastiera di PCdonne.

All’atto pratico ciò si riconduce ad esempio alle attività svolte per conto del cliente da una web agency, e improntate nello specifico alla creazione di contenuti interessanti e rilevanti per il genere, all’ottimizzazione delle pagine seguendo logiche e parole chiave che accendano la classica lampadina, e così via: per raggiungere il target femminile, che rappresenta una significativa fetta del mercato online, occorre calarsi nei suoi panni e guardare con occhi nuovi i motori di ricerca!

 


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