Twitter è uno dei social network più celebri e utilizzati al mondo: secondo il portale statista.com, alla data del 31 dicembre 2015 gli utenti attivi mensilmente sulla piattaforma di microblogging erano 350 milioni – una cifra che sorprende se paragonata agli utenti attivi a inizio 2010, appena 30 milioni.
Il fatto che gli utilizzatori abituali di Twitter si siano più che decuplicati nel corso di una manciata di anni è dovuto alla combinazione dei diversi fattori che hanno decretato il successo mondiale di questo social network, tra cui l’immediatezza comunicativa che contraddistingue i “tweet”, il fatto di poter rimanere aggiornati in tempo reale tanto sulle attività dei propri amici quanto di vip e celebrità, e una facilità di utilizzo che teme pochi rivali.
Non stupisce dunque che anche le aziende abbiano abbracciato in modo entusiastico il canale Twitter per coinvolgere nuovi acquirenti, incrementare la propria popolarità e supportare le iniziative commerciali. Ma l’utilizzo business di Twitter nasconde non poche insidie, e non solamente perché bisogna essere bravi a condensare la propria comunicazione in soli 140 caratteri.
Un aspetto particolarmente delicato che riguarda le strategie di promozione online è la scelta degli hashtag (#) più adatti a veicolare il proprio messaggio. La regola di base per campagne di successo è riuscire a individuare una parola o una breve frase che conquistino l’attenzione degli utenti di Twitter, che rimangano impresse nella memoria e invoglino alla condivisione. Già, ma all’atto pratico come si fa?
Partiamo dalla strada più semplice: la creatività è sicuramente un aspetto importante della creazione di un hashtag, ma non è detto che occorra sempre inventarne uno di sana pianta. Qualche volta le aziende possono sfruttare hashtag già esistenti, che le persone utilizzano comunemente e che siano coerenti con la propria campagna: in questo modo parte del lavoro di promozione potrà dirsi già fatto, fermo restando che comunque il business dovrà metterci del suo per fare in modo che l’hashtag abbia un valore aggiunto.
Qualora invece l’hashtag venisse creato da zero, lo sforzo creativo deve essere quello di trovare un contenuto d’effetto che al tempo stesso non sia eccessivamente prolisso; ma occorre anche essere lungimiranti e sapere già se, quando e come anche in futuro si sarà intenzionati a utilizzarlo nuovamente (ad esempio per promozioni annuali o altre iniziative ricorrenti).
Arrivato a questo punto, chi si è dedicato alla lettura di questo post cercando risposte probabilmente si sarà ritrovato con molte domande a frullargli nella testa. In effetti non esiste una ricetta perfetta per gli hashtag, in quanto ogni situazione fa storia a sé e occorre sempre testare sul campo quanto pianificato sulla carta per capire se la direzione presa è quella giusta.
Per questo motivo ai business si raccomanda di essere attenti osservatori di ciò che ogni giorno accade su Twitter, per capire quali siano i trend di successo e gli aspetti che accomunano gli hashtag più riusciti; inoltre bisogna dedicare grande attenzione alle attività di apprendimento “tecnico” e di sperimentazione. Oppure, in alternativa, si può scegliere di affidare le proprie campagne a esperti di social media che siano in grado di pianificare efficaci campagne su misura e si prendano cura della comunicazione aziendale su Twitter.