Quando un’amica mi inviò questo documento, presente ormai da tempo in rete, sottoforma di decalogo dal titolo “Il decalogo per far impazzire un grafico”, divertendomi nel leggerlo mi sono passati davanti i miei quasi 10 anni di carriera da grafico e le riflessioni sono state molteplici.
In tutto questo tempo il mondo della grafica ha compiuto un’evoluzione straordinaria per l’ingresso di nuove tecnologie digitali, tecniche e macchinari di stampa, software sempre più evoluti e flessibili in grado di realizzare velocemente progetti di alta qualità, macchine per l’elaborazione di dati sempre più veloci; l’amara e al contempo divertente constatazione è però che il cliente non è affatto cambiato e l’approccio che valeva dieci anni fa è ancora valido.
Un po’ anche per colpa nostra che forse non ci siamo mai preoccupati di “educare” i nostri interlocutori, trascinati come siamo nel gorgo delle nostre attività, diamo per scontate tante cose salvo stupirci sistematicamente scrollando rassegnati il capo quando si verificano una o più delle situazioni ricordate nel simpatico decalogo.
E’ giunto il momento quindi di contraddire il detto che il cliente ha sempre ragione e prendere il toro per le corna fornendo ai nostri neoclienti o potenziali tali quelle informazioni di base perché non si cada più nelle trappole dei pixel, delle immagini vettoriali e bitmap, degli esadecimali,degli RGB, delle quadricromie e delle scelte compositive e cromatiche nonché di font e corpo del carattere (che non c’entra nulla con la sfera della personalità!).
Il Decalogo per far impazzire un grafico servirà quindi da traccia per la realizzazione di un nuovo Decalogo per non far più impazzire un grafico che dalle pagine del Blog di Zenzero Comunicazione sarà divulgato a puntate, non per rendere più facile la vita ai “maledetti grafici” (che comunque rimangono i principali responsabili degli attacchi dell’11 settembre!), ma quale garanzia per migliorare la qualità del risultato del loro lavoro (e su questo siamo sicuri di ricevere l’apprezzamento dell’amato cliente).
#1 – MICROSOFT OFFICE
Sentiamo cosa recitava il nostro decalogo:
“Quando dovete inviare al vostro grafico un documento, assicuratevi che sia fatto con una qualsiasi delle applicazioni di Microsoft Office. Versione Windows, se possibile.
Se dovete consegnare immagini, avrete più successo nel farli impazzire se, invece di semplicemente inviare un file JPG, incorporate l’immagine dentro ad un documento Microsoft Office, tipo Word o Powerpoint. Meglio ancora se dopo una serie di Copia e Incolla tra diversi documenti Office.
Non dimenticate di abbassare la risoluzione delle vostre immagini a 72 dpi, di modo che vi debbano ricontattare per chiederne una versione in alta risoluzione. Non mancate di obiettare alla loro richiesta di un file più grande, con la frase “Ma a video lo vedo benissimo”.
Quando gli manderete la versione “a più alta risoluzione”, assicuratevi che le dimensioni siano almeno al 50% di quelle effettivamente necessarie.”
Dite la verità, quante volte avete fatto ciò che è appena stato descritto!
Innanzitutto una notizia in anteprima che rivoluzionerà le relazioni di corrispondenza di molti di voi: oggi è possibile inviare le vostre immagini allegandole direttamente al semplice messaggio di posta elettronica! Sorprendente vero?
Capisco che possa apparire comodo (e a volte l’unica via percorribile) per il cliente non addetto ai lavori, creare un unico file in Microsoft Word o PowerPoint, editor testuali onnipresenti nelle postazioni di lavoro di tutto il mondo (sig!),
In effetti l’insana abitudine di confezionare un documento del range Microsoft contenente immagini da inviare al proprio interlocutore è innanzitutto una perdita di tempo (apri Word, crea un nuovo documento, inserisci immagine da file ecc.) ed in seconda battuta si sottopone inconsapevolmente l’immagine da inviare a una serie di operazioni che ne peggiorano notevolmente la qualità poiché vengono effettuate delle procedure di compressione del file molto pesanti che rendono del tutto inutilizzabili le immagini già a livello di grafica web figuriamoci per la grafica cartacea!
Purtroppo le esigenze di stampa richiedono immagini di alta qualità. Senza entrare troppo nel dettaglio tecnico che renderebbe incomprensibile ai più il messaggio che qui desideriamo trasmettere, l’immagine bitmap, concettualmente è composta dall’accostamento di punti (pixel) di diverso colore che visti nell’insieme restituiscono l’immagine completa in tutti i suoi dettagli e sfumature di colore. Chiaramente maggiore è il numero di punti che compone l’immagine, più alta è la qualità dell’immagine stessa.
In sostanza l’immagine che dobbiamo fornire al nostro grafico è costituita da una serie di parametri che andremo ad analizzare nel dettaglio:
1- La dimensione, generalmente espressa in pixel (il punto base di una immagine digitale) di larghezza x pixel di altezza (es. 1024×768 px)
2- La risoluzione, generalmente espressa in punti per pollice (dpi) che esprime la qualità dell’immagine, cioè da quanti punti è composta a parità di superficie. Volendo stampare un’immagine (o digitalizzarla con uno scanner), è proprio questo parametro che si deve tenere in considerazione, spesso chiamato “risoluzione di stampa” (o di scansione).
Maggiore sarà questo valore e meglio definita sarà l’immagine: se una densità di 75 o 90 dpi sarà appena sufficiente per un fax, valori a partire dai 300 dpi sono più indicati per la stampa fotografica.
3- La profondità di colore (qui mi rendo conto che è necessario ai più accendersi una canna per accedere a questo mondo fantastico) detta anche profondità di bit, si esprime appunto in bit e, oltre a determinare il peso del file, definisce il numero massimo di sfumature o di colori che esso può assumere.
In sostanza le immagini a 1 bit(21=2 colori), dette anche immagini al tratto, possono assumere soltanto due colori, generalmente bianco e nero, ma anche qualsiasi altra coppia. Sono file dal peso contenuto adatti a rappresentare immagini senza sfumature.
Le immagini a 8 bit (28=256 colori) possono essere di due tipi: a mezzatinta e in scala di colore. Le prime contengono 256 sfumature di uno stesso colore (qualunque sia), ma tipicamente 256 livelli di grigio. Sono file che pesano otto volte più dei corrispondenti file al tratto e sono adatti a rappresentare immagini con sfumature di uno stesso colore.
Le immagini in scala di colore contengono 256 colori di qualsiasi tonalità, definiti in una specifica palette. Sono file che pesano 8 volte più dei corrispondenti file al tratto e sono adatti a rappresentare immagini a colori piatti o con un limitato numero di sfumature.
Alcune immagini riproducono il colore per combinazione di più canali, ognuno definito da 8 bit di informazioni, cioè 256 colori.
È il caso delle immagini a 24 bit (28×3=224=16,7… milioni di colori) o RGB in grado di riprodurre un totale di 16,7 milioni di colori utilizzando 3 canali di colore (red, green, blue) da 8 bit ciascuno.
I file di questo tipo pesano 3 volte più dei corrispondenti file a toni di grigio e 24 volte più di quelli al tratto e sono adatti a rappresentare immagini con un elevato numero di sfumature.
A più canali sono anche le immagini a 32 bit(28×4=232=16,7… milioni di colori) o CMYK in grado di riprodurre anch’esse milioni di colori utilizzando 4 canali di colore (cyan, magenta, yellow, key) da 8 bit ciascuno (K = key color = colore chiave e corrisponde al nero).
I file di questo tipo pesano 4 volte più dei corrispondenti file a toni di grigio e 32 volte più di quelli al tratto.
4- Il formato che i programmi utilizzano per generare, importare o esportare immagini. Quelli che ci interessano sono:
TIF o TIFF (Tagged-Image File Format) è un formato sviluppato principalmente per essere utilizzato per programmi di impaginazione, è supportato anche dalle principali applicazioni per l’elaborazione di immagini e disegno ed è trasferibile su diverse piattaforme. Supporta i metodi RGB, CMYK, scala di grigio con canali alfa, i file LAB in scala di colore e bitmap. Non è supportato sul Web.
GIF (Graphics Interchanges Format) è un formato utilizzato per la definizione di immagini a mezzatinta o in scala di colore destinate ad essere utilizzate principalmente sul Web o in prodotti multimediali. Supporta fino a 256 colori, consente di ottenere buoni risultati con immagini a tinte piatte o al tratto contenenti un numero limitato di colori, mentre è sconsigliabile per fotografie o immagini con molte sfumature. Può includere in un unico file più immagini, in modo da creare animazioni di cui è possibile specificare la temporizzazione (GIF animate).
JPEG o JPG è un formato grafico compresso secondo lo standard JPEG, largamente utilizzato per la definizione di immagini destinate alla pubblicazione sul Web o in prodotti multimediali. Utilizzabile per immagini fino a 16,7 milioni di colori, supporta i metodi RGB, CMYK, scala di grigio, ma non i canali alfa. Per la stampa si richiede una risoluzione di almeno 300 dpi con una profondità in quadricromia (CMYK) mentre per l’utilizzo per il web lo standard è di 72 dpi in RGB.
PNG (Portable Network Graphics) è un formato compresso, adatto per il Web, è open source pensato come alternativa al GIF. A differenza di quest’ultimo supporta immagini a 24 bit con una gamma fino a 16,7 milioni di colori, può produrre sfondi trasparenti di buona qualità. Supporta i metodi scala di grigio, RGB con un solo canale alfa, bitmap, e scala di colore senza canali alfa. Progettato per consentire la compressione di file grafici senza alterazioni di qualità, è adatto a qualsiasi tipo di immagine, ma non è supportato da tutti i browser.
Il RAW è un formato che garantisce un buon compromesso qualità/peso del file immagine. Non è ancora disponibile un formato RAW (estensione .raw) universalmente riconosciuto e ogni produttore propone un proprio RAW proprietario, per questo non può essere utilizzato direttamente ma deve essere prima convertito in TIFF o JPEG attraverso un software solitamente fornito dal produttore stesso. Il RAW è un formato privo di compressione che raccoglie le informazioni digitali così come sono restituite al sensore della fotocamera. È più leggero del TIFF ma molto più pesante del JPEG, tuttavia si sta imponendo tra i fotografi che desiderano ottenere il massimo della qualità dalle proprie fotografie digitali, senza scendere a compromessi imposti dal software.
Concludendo è sufficiente allegare l’immagine da recapitare alla email (se più di una, creare una cartella che le raccoglie e inviare lo .zip di questa cartella confezionato con i noti compressori di file Winzip o Winrar).
Il formato potrà essere .jpg ad alta risoluzione (300 dpi), con profondità di colore a 24 bit (RGB) o meglio se a 32 bit (CMYK) e di dimensione considerevole (almeno 2400 px per il lato maggiore). Il peso del file sarà importante e se proprio non vi sarà consentito inviare la email del pacchetto “zippato” confezionate un CD che passiamo a prenderlo noi!